IL CONFLITTO FEMORO-ACETABOLARE

HAI UN DOLORE CIRCOSCRITTO TRA L’INGUINE E LA ZONA ANTERIORE DELLA COSCIA? Potrebbe trattarsi di un conflitto femoro-acetabolare

Il conflitto femoro-acetabolare è un disturbo a carico dell’articolazione dell’anca, dovuto ad un anomalo contatto tra i due capi articolari.

E’ spesso confusa con la PUBALGIA perchè a soffrirne sono per lo più gli sportivi e per la localizzazione del dolore. Questa confusione induce spesso ad un approccio terapeutico errato con il rischio di aggravare la condizione patologica e i sintomi.

Per comprendere meglio questo problema è meglio fare alcune precisazioni anatomiche riguardo quest’articolazione.

L’articolazione dell’anca è formata dalla testa del femore che si articola con l’acetabolo o cavità acetabolare del bacino.

La testa del femore ha una forma sferica leggermente irregolare mentre l’acetabolo ha una forma concava come se fosse una “coppa”.

In condizioni fisiologiche la testa del femore si muove all’interno dell’acetabolo senza contatto e senza attrito.

In alcune particolari condizioni questo rapporto articolare non combacia più perfettamente causando la frizione o il contatto tra la testa del femore e l’acetabolo, provocando di conseguenza dolore, usura e artrosi precoce.

In genere a soffrirne sono gli sportivi, soprattutto in quelle attività fisiche in cui è necessaria una flessione oltre i 90° dell’anca (es. durante uno squat, la danza o calciare il pallone).

LE CAUSE DEL CONFLITTO FEMORO-ACETABOLABOLARE possono essere congenite o dovute ad uno squilibrio dei muscoli che agiscono sull’anca.

CAUSE CONGENITE:

  • deformazione dell’acetabolo
  • deformazione della testa del femore
  • forma mista (deformazione di entrambi)

Quando l’anomalia strutturale riguarda l’acetabolo, si ha una conformazione alterata della parte anteriore e/o superiore del tetto acetabolare che, durante il movimento di flessione dell’anca, entra in contatto con il collo del femore. In questo caso il conflitto è definito “pincer” (pinza in inglese) proprio per la caratteristica conformazione dell’acetabolo che avvolge maggiormente la testa del femore come fosse appunto un pinza. Spesso questo disturbo è congenito (cioè dalla nascita) e riguarda maggiormente le donne.

Nell’altro caso, invece, il conflitto è causato da una forma non propriamente sferica della testa del femore che pertanto, durante il movimento di flessione dell’anca, friziona o comunque entra in contatto con il bordo dell’acetabolo. In questo caso il conflitto è definito “cam” (a camma).

Spesso la deformazione è di tipo mista e coinvolge quindi entrambe le strutture anatomiche. Si suppone che inizialmente la deformazione coinvolga solo una delle due parti, ma, i continui micro traumi conseguenti al conflitto, inducono ad un rimodellamento osseo dell’altra struttura.

CAUSE DOVUTE A SQUILIBRIO MUSCOLARE:

In questo caso una non perfetta sinergia dei muscoli che agiscono sull’anca può portare ad un’anteriorizzazione della testa del femore causando il contatto del collo del femore sul tetto acetabolare durante i movimenti di flessione e/o intrarotazione dell’arto. Lo sfregamento, se non viene diagnosticato in tempo, oltre a provocare dolore può causare la deformazione delle strutture interessate.

SINTOMI:

Dolore profondo (tipo fitta) localizzato tra l’inguine e il gran trocantere. Spesso il paziente lo segnala avvolgendosi la coscia anteriore come a formare un C (C “sign”).

Il dolore può presentarsi durante l’attività sportiva o immediatamente dopo (a freddo).

Di solito si presenta durante l’attività fisica quando si fanno continui movimenti di flessione come ad esempio lo squat, gli affondi o la leg press, mentre si presenta “a freddo” quando l’attività fisica praticata non prevede sollecitazioni continue in flessione come avviene ad esempio nel calcio, nel basket o nella danza.

DIAGNOSI:

Il ruolo del fisioterapista è fondamentale al fine di arrivare ad una diagnosi precoce e intervenire in maniera efficace sul problema. La valutazione attraverso anamnesi, esame obiettivo e relativi test permette di non confondere questo disturbo con altre problematiche simili che avrebbero un approccio terapeutico/riabilitativo differente e che porterebbe quasi sicuramente ad un peggioramento della situazione.

La diagnosi viene poi confermata attraverso l’esame radiografico (RX) in particolari posizioni assiali (mettendo le gambe in posizione tipo “rana”). La valutazione viene poi completata con una RMN (Risonanza Magnetica Nucleare) o meglio attraverso Artro-RMN per escludere patologie associate (osteonecrosi) e per approfondire eventuali lesioni del cercine, della cartilagine e dell’osso subcondrale.

TRATTAMENTO CONSERVATIVO:

L’approccio terapeutico in fase acuta prevede la sospensione delle attività che inducono infiammazione e l’utilizzo di farmaci non stereoidei (FANS) al fine di ridurre la sintomatologia dolorosa; parallelamente il trattamento fisioterapico ha come obiettivo l’individuazione dei muscoli “deficitari” e il loro riequilibrio e l’aumento della mobilità articolare attraverso:

  • terapia manuale per mobilizzare l’articolazione dell’anca e la capsula articolare
  • accorciamento e rinforzo dei muscoli risultati lunghi e/o deboli
  • allungamento dei muscoli accorciati che causano anteriorizzazione della testa del femore
  • rieducazione funzionale e ritorno alla pratica sportiva
  • Terapia strumentale (es tecar terapia) per ridurre l’infiammazione

TRATTAMENTO CHIRURGICO:

L’intervento chirurgico viene effettuato il più delle volte in artroscopia con lo scopo di ripristinare le giuste proporzioni del tetto acetabolare, intervenire su eventuali problematiche relative al labbro acetabolare e trattare le lesioni cartilaginee.

Nel conflitto di tipo CAM viene eseguita l’osteoplastica del collo antero-superiore del femore.

Dopo l’intervento chirurgico è fondamentale la riabilitazione post operatoria per permettere un progressivo ed ottimale recupero articolare dell’anca e il ritorno alla pratica sportiva.