LA COXARTROSI TI LIMITA NELLA VITA QUOTIDIANA?

La coxoartosi è sinonimo di artrosi dell’anca (coxo=anca)

La COXOARTROSI è una patologia cronico-degenerativa della cartilagine dell’anca dovuta ad una degenerazione strutturale dei capi articolari che ne altera la funzionalità causando dolore e compromettendo la normale deambulazione e attività della vita quotidiana.

La cartilagine è un rivestimento spesso circa 5mm che ricopre le superfici ossee degli elementi costituenti l’articolazione dell’anca formando così un cuscinetto protettivo.

Dall’assottigliamento dello strato cartilagineo deriva che le superfici ossee sfregano tra di loro causando infiammazione e dolore.

Generalmente il dolore è localizzato nella zona anteriore della coscia e dell’inguine.

Le cause della coxartosi possono essere idiopatiche, cioè dovute a cause sconosciute, in cui si pensa ci possa essere una predisposizione genetica, oppure secondarie quando compare a seguito di altre affezioni dell’anca, come per esempio traumi , fratture, infezione articolare, malattie congenite dell’anca (es: displasia congenita dell’anca)

I più importanti fattori di rischio dell’artrosi dell’anca sono: l’età avanzata, una storia passata di infortuni articolari all’anca, la sedentarietà, sovrappeso o obesità, il diabete. Le donne sono maggiormente afflitte da questa condizione patologica.

Esistono 3 stadi di gravità con cui viene classificata la coxartrosi, in cui dal primo al terzo stadio, le manifestazioni cliniche si fanno mano a mano più intense e disabilitanti per il paziente.

PRIMO STADIO

E’ caratterizzato da lieve degenerazione delle cartilagini dell’articolazione coxofemorale. In questo stadio il paziente presenterà dolori tipo fitte di bassa/modesta intensità soprattutto localizzate nella sede dell’infiammazione e scatenate, il più delle volte, da un attività moderata/intensa. Il dolore tende a scomparire con il riposo dell’arto inferiore sofferente abbastanza rapidamente e questa sua caratteristica induce spesso i pazienti a trascurare la sintomatologia favorendo la progressione della degenerazione delle cartilagini dell’articolazione coxofemoarale.

SECONDO STADIO

Questa fase è caratterizzata da una degenerazione più importante delle cartilagini dell’articolazione coxofemorale. Le fitte sono più intense rispetto al primo stadio e la zona anatomica interessata dal dolore è più ampia interessando tendenzialmente l’area inguinale e la parte anteriore della coscia. I pazienti hanno difficoltà a compiere determinati movimenti con l’arto sofferente e la sensazione dolorosa in atto, quindi, pregiudica la mobilità articolare dell’anca infiammata.

Il dolore compare in attività anche modeste come salire/scendere le scale, camminare non necessariamente per lunghi tratti e a riposo in alcune posizioni in cui l’articolazione dell’anca è sottoposta a compressione (es. sedersi su un divano morbido). Inoltre il dolore non tende a scomparire velocemente a riposo, ma lascia un indolenzimento che si protrae per diverse ore. Inizia a comparire una limitazione della mobilità dell’anca rendendo difficile anche gesti della vita quotidiana come allacciarsi le scarpe, mettere le calze e sedersi sul bidet per effettuare igiene intima.

TERZO STADIO

E’ chiaramente lo stadio più grave dell’artrosi dell’anca. La degenerazione è importante e quindi la sensazione di dolore all’anca è particolarmente intensa, costante e diffusa. Il dolore compare in movimenti anche semplici, causando una severa limitazione nella mobilità dell’arto sofferente, al punto che i pazienti lamentano difficoltà anche durante una semplice camminata. Gesti della vita quotidiana citati nel secondo stadio diventano molto difficili e in alcuni casi addirittura impossibili.

TRATTAMENTO

Nei primi due stadi la FISIOTERAPIA, caratterizzata da terapia manuale, terapia strumentale ed esercizi mirati, è particolarmente efficace. In linea generale, nel primo stadio si riesce a far scomparire completamente il dolore anche con poche sedute e ristabilire la piena funzionalità dell’arto anche durante attività intense. Nel secondo stadio la prognosi diventa un po’ più lunga, ma si riesce comunque a lenire, o addirittura far scomparire il dolore, migliorando di conseguenza la mobilità dell’anca. Nel terzo stadio spesso la terapia conservativa non è sufficiente e il paziente avrà bisogno di sottoporsi ad intervento di protesi d’anca (parziale o totale). In questi casi, prima di sottoporsi ad intervento chirurgico, l’ortopedico consiglia di fare una ginnastica pre-operatoria volta a migliorare il trofismo e il tono muscolare; condizioni che vengono inevitabilmente compromesse dall’intervento chirurgico, in modo da ridurre sensibilmente i tempi di recupero post-operatorazione